Comunicato Stampa

Uno Zoo cosmico nella Grande Nube di Magellano.

01 Giugno 2010

Gli astronomi spesso girano i loro telescopi alla Grande Nube di Magellano (LMC), una delle più vicine galassie alla nostra Via Lattea, nella loro ricerca alla comprensione dell’Universo. In questa spettacolare immagine presa con il Wide Field Imager (WFI) dell’Osservatorio di La Silla in Cile, si evidenzia una celestiale combinazione di oggetti e fenomeni in diverse parti della Grande Nube, si va dal vasto ammasso globulare ai brillanti resti, sulla sinistra, dell’esplosione di una supernova. Questa affascinante osservazione fornisce dati per un’ampia varietà di ricerche riguardanti la nascita e la morte delle stelle e l’evoluzione delle galassie.

La Grande Nube di Magellano è soltanto a circa 160.000 anni luce dalla Via Lattea, molto vicina nella scala cosmica. Questa prossimità è molto importante perché mette nelle condizioni di poter studiare dettagli maggiori che nei sistemi più distanti. La GNM giace nella costellazione di Dorado, nella profondità del cielo dell’emisfero Sud, ben posta per essere osservata dall’osservatorio dell’ESO in Cile. E’ una delle galassie in fase di formazione tra quelle che sono situate nei dintorni della Via Lattea [1]. Sebbene enorme nella scala umana, la GNM è meno di un decimo la massa della nostra galassia e si espande per appena 14.000 anni luce, in paragone ai 100.000 di ampiezza della nostra galassia. Gli astronomi la ritengono una irregolare galassia nana [2]. La sua irregolarità, combinata con la sua prominente linea centrale di stelle, suggerisce agli astronomi che l’ interazione gravitazionale con la Via Lattea e il simile gruppo locale della galassia della Piccola Nube di Magellano può aver distorto la sua forma dalla classica a spirale nella sua moderna, più caotica, forma.

Questa immagine è un mosaico di foto ottenute con il Wide Field Imager di 2.2metri del telescopio dell’Osservatorio ESO di La Silla Observatory in Cile. L’immagine copre una regione di cielo quattro volte più larga della Luna piena. L’enorme campo di vista rende possibile vedere un ampio spettro di oggetti nella Grande Nube di Magellano in una sola immagine, sebbene soltanto una piccola parte della galassia possa essere inclusa. Dozzine di ammassi di giovani stelle possono essere visti, come anche tracce di nuvole di gas luminescente. Un enorme numero di deboli stelle riempie l’immagine da bordo a bordo e nel fondo più galassie, dietro la Grande Nube di Magellano, sono visibili.

Aggregati globulari sono l’insieme di centinaia di migliaia di milioni di stelle tenute insieme dalla gravità dentro una tempestosa forma sferica di pochi anni luce di ampiezza. La maggior parte degli ammassi orbita intorno alla Via Lattea, molti superano i dieci miliardi di anni esono composti principalmente da stelle rosse. Anche la Grande Nube di Magellano ha aggregati globulari e uno è visibile come un frizzante aggregato di stelle bianco ovale nella parte superiore centrale dell’immagine. E’ NGC 1978, un inusuale aggregato massivo globulare. Come la maggior parte degli aggregati globulari, NGC 1978 si crede sia nato appena 3.5 miliardi di anni fa. La presenza di questo genere di oggetti conduce gli astronomi a credere che GNM ha una storia più recente di attive stelle in formazione, che la Via Lattea.

Tanto quanto GNM può essere considerata una regione di stelle appena nate, così può essere vista come spettacolare luogo di morte stellare nelle brillanti esplosioni delle supernovae. Sulla cima destra dell’immagine quello che resta di una supernova, la strana forma di una nube a ciocche chiamata DEM L 190, spesso anche denominate N 49. Questa gigante nube di luminescente gas è quello che rimane della brillantissima supernova di GNM, e si espande per circa 30 anni luce. Al centro, dove una volta la stella ardeva ora giace un magnetar, una stella di neutroni con un estremamente potente campo magnetico. Era il 1979 quando un satellite in orbita intorno alla Terra rivelò un potente raggio gamma provenire da questo oggetto, ponendo l’attenzione su questo nuovo strano fenomeno creato dall’esplosione di una supernova.

Questa parte della Grande Nube di Magellano è così densa degli aggregate di stelle e altri oggetti che gli astronomi possono dedicare l’intera loro vita professionale a esplorarla. Con così tante attività è facile comprendere perché gli astronomi siano così appassionati a studiare gli animali di questo paradisiaco Zoo.

Note

[1] http://en.wikipedia.org/wiki/Local_Group

[2] http://en.wikipedia.org/wiki/Galaxy_morphological_classification

Ulteriori Informazioni

L’ESO (European Southern Observatory) è la principale organizzazione intergovernativa di Astronomia in Europa e l’osservatorio astronomico più produttivo al mondo. È sostenuto da 14 paesi: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Gran Bretagna. L’ESO mette in atto un ambizioso programma che si concentra sulla progettazione, costruzione e gestione di potenti strutture astronomiche da terra che consentano agli astronomi di fare importanti scoperte scientifiche. L’ESO ha anche un ruolo preminente nel promuovere e organizzare cooperazione nella ricerca astronomica. L’ ESO gestisce tre siti unici di livello mondiale in Cile: La Silla, Paranal e Chajnantor. A Paranal, l’ESO gestisce il Very Large Telescope, l’osservatorio astronomico nella banda visibile più d’avanguardia al mondo. L’ESO è il partner europeo di un telescopio astronomico rivoluzionario, ALMA, il più grande progetto astronomico esistente. L’ESO sta pianificando al momento un Telescopio Europeo Estremamente Grande ottico/vicino-infrarosso di 42 metri, l’E-ELT, che diventerà “il più grande occhio del mondo rivolto al cielo”.

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Questa è una traduzione del Comunicato Stampa dell'ESO eso1021.

Sul Comunicato Stampa

Comunicato Stampa N":eso1021it
Nome:NGC 1978
Tipo:Local Universe : Star : Grouping : Cluster : Globular
Facility:MPG/ESO 2.2-metre telescope
Instruments:WFI

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