Comunicato Stampa
La prima cometa interstellare potrebbe essere la più incontaminata
30 Marzo 2021
Nuove osservazioni con il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO (European Southern Observatory o Osservatorio Europeo Australe) indicano che la cometa errante 2I/Borisov, che è il secondo visitatore interstellare, recentemente rilevato, del nostro Sistema Solare, è una delle più incontaminate mai osservate. Gli astronomi sospettano che la cometa molto probabilmente non sia mai passata vicino a una stella, rendendola una reliquia indisturbata della nuvola di gas e polvere da cui si è formata.
2I/Borisov è stata scoperta dall'astronomo dilettante Gennady Borisov nell'agosto 2019. È stato confermato poche settimane dopo che l'oggetto proveniva dall'esterno del Sistema Solare. "2I/Borisov potrebbe rappresentare la prima cometa veramente incontaminata mai osservata", afferma Stefano Bagnulo dell'Osservatorio e Planetario di Armagh, Irlanda del Nord, Regno Unito, che ha guidato il nuovo studio pubblicato oggi su Nature Communications. L'equipe ritiene che la cometa non fosse mai passata vicino a nessuna stella prima di passare vicino al Sole nel 2019.
Bagnulo e colleghi hanno utilizzato lo strumento FORS2 installato sul VLT dell'ESO, situato nel nord del Cile, per studiare 2I/Borisov in dettaglio utilizzando una tecnica chiamata polarimetria [1]. Poiché questa tecnica viene regolarmente utilizzata per studiare le comete e altri piccoli corpi del nostro Sistema Solare, questo ha permesso all'equipe di confrontare il visitatore interstellare con le nostre comete locali.
L'equipe ha scoperto che 2I/Borisov ha proprietà polarimetriche distinte da quelle delle comete del Sistema Solare, con l'eccezione di Hale-Bopp. La cometa Hale-Bopp ha ricevuto molto interesse da parte del pubblico alla fine degli anni '90 poiché era facilmente visibile a occhio nudo e anche perché era una delle comete più incontaminate che gli astronomi avessero mai visto. Prima del suo passaggio più recente, si pensa che Hale-Bopp sia passata vicino al Sole solo una volta e quindi sia stata a malapena influenzata dal vento e dalle radiazioni solari. Ciò significa che era rimasta incontaminata, con una composizione molto simile a quella della nuvola di gas e polvere che l'aveva formata - insieme con il resto del Sistema Solare - circa 4,5 miliardi di anni fa.
Analizzando la polarizzazione insieme al colore della cometa per raccogliere indizi sulla sua composizione, l'equipe ha concluso che 2I/Borisov è in realtà ancora più incontaminato di Hale-Bopp. Ciò significa che trasporta le tracce intonse della nuvola di gas e polvere da cui si è formata.
"Il fatto che le due comete siano notevolmente simili suggerisce che l'ambiente in cui ha avuto origine 2I/Borisov non è così diverso per composizione dall'ambiente originario del Sistema Solare", dice Alberto Cellino, coautore dello studio, dell'INAF-Osservatorio Astrofisico di Torino, Italia.
Olivier Hainaut, un astronomo dell'ESO in Germania che studia le comete e altri oggetti vicini alla Terra, ma non è coinvolto in questo nuovo studio, concorda: "Il risultato principale - che 2I/Borisov è diversa da qualsiasi altra cometa eccetto Hale-Bopp - è molto forte", dice, aggiungendo che "è molto plausibile che si siano formati in condizioni molto simili".
"L'arrivo di 2I/Borisov dallo spazio interstellare ha rappresentato la prima opportunità per studiare la composizione di una cometa da un altro sistema planetario e verificare se il materiale che proviene da questa cometa è in qualche modo diverso dalla nostra varietà nativa", spiega Ludmilla Kolokolova, del Università del Maryland negli Stati Uniti, che è stata coinvolta nella ricerca pubblicata da Nature Communications.
Bagnulo spera che gli astronomi avranno un'altra opportunità, ancora migliore, per studiare in dettaglio una cometa errante prima della fine del decennio. "L'ESA ha in programma di lanciare Comet Interceptor nel 2029, che avrà la capacità di raggiungere un altro oggetto interstellare in visita, se ne viene scoperto uno su una traiettoria adeguata", dice, riferendosi a una imminente missione dell'Agenzia spaziale europea.
Una storia delle origini nascosta nella polvere
Anche senza una missione spaziale, gli astronomi possono utilizzare i numerosi telescopi della Terra per ottenere informazioni sulle diverse proprietà delle comete erranti come 2I/Borisov. "Immagina quanto siamo stati fortunati che una cometa proveniente da un sistema distante anni luce abbia semplicemente fatto un viaggio alla nostra porta per caso", dice Bin Yang, astronomo dell'ESO in Cile, che ha anche approfittato del passaggio di 2I/Borisov attraverso il nostro Sistema per studiare questa misteriosa cometa. I risultati del suo gruppo sono pubblicati su Nature Astronomy.
Yang e il suo team hanno utilizzato i dati di ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), di cui l'ESO è un partner, nonché del VLT dell'ESO, per studiare i granelli di polvere di 2I/Borisov per raccogliere indizi sulla nascita e le condizioni della cometa nel suo sistema originario.
Hanno scoperto che la chioma di 2I/Borisov - un involucro di polvere che circonda il corpo principale della cometa - contiene ciottoli compatti, granelli di circa un millimetro o più grandi. Inoltre, hanno scoperto che la quantità relativa di monossido di carbonio e acqua nella cometa cambiava drasticamente man mano che si avvicinava al Sole. L'equipe, che comprende anche Olivier Hainaut, afferma che questo indica che la cometa è composta da materiali che si sono formati in punti diversi del suo sistema planetario.
Le osservazioni di Yang e del suo gruppo suggeriscono che la materia nella casa planetaria di 2I/Borisov è stata mescolata da vicino alla sua stella a più lontano, forse a causa dell'esistenza di pianeti giganti, la cui forte gravità agita materiale nel sistema. Gli astronomi ritengono che un processo simile si sia verificato all'inizio della vita del nostro Sistema Solare.
Mentre 2I/Borisov è stata la prima cometa canaglia a passare vicino al Sole, non è stato il primo visitatore interstellare. Il primo oggetto interstellare che è stato osservato passare dal nostro Sistema Solare è stato ʻOumuamua, un altro oggetto studiato con il VLT dell'ESO nel 2017. Originariamente classificato come una cometa, "Umuamua è stato successivamente riclassificato come asteroide in quanto mancava di chioma.
Note
[1] La polarimetria è una tecnica che serve per misurare la polarizzazione della luce. La luce diventa polarizzata, per esempio, quando passa attraverso determinati filtri, come le lenti degli occhiali da sole polarizzati, ma anche il materiale di cui sono composte le comete. Studiando le proprietà della luce solare polarizzata dalla polvere di una cometa, i ricercatori possono ottenere informazioni sulla fisica e la chimica delle comete.
Ulteriori Informazioni
La ricerca descritta nella prima di questo comunicato è stata presentata nell'articolo “Unusual polarimetric properties for interstellar comet 2I/Borisov” pubblicato dalla rivista Nature Communications (doi: 10.1038/s41467-021-22000-x). La seconda parte del comunicato invece descrive lo studio “Compact pebbles and the evolution of volatiles in the interstellar comet 2I/Borisov” pubblicata da Nature Astronomy (doi: 10.1038/s41550-021-01336-w).
L'equipe che ha realizzato il primo studio è composta da S. Bagnulo (Armagh Observatory & Planetarium, Regno Unito [Armagh]), A. Cellino (INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino, Italia), L. Kolokolova (Department of Astronomy, University of Maryland, USA), R. Nežič (Armagh; Mullard Space Science Laboratory, University College London, Regno Unito; Centre for Planetary Science, University College London/Birkbeck, Regno Unito), T. Santana-Ros (Departamento de Fisica, Ingeniería de Sistemas y Teoría de la Señal, Universidad de Alicante, Spagna; Institut de Ciencies del Cosmos, Universitat de Barcelona, Spagna), G. Borisov (Armagh; Institute of Astronomy e National Astronomical Observatory, Bulgarian Academy of Sciences, Bulgaria), A. A. Christou (Armagh), Ph. Bendjoya (Université Côte d'Azur, Observatoire de la Côte d'Azur, CNRS, Laboratoire Lagrange, Nice, Francia), e M. Devogele (Arecibo Observatory, University of Central Florida, USA).
L'equipe che ha realizzato il second studio è composta da Bin Yang (European Southern Observatory, Santiago, Cile [ESO Chile]), Aigen Li (Department of Physics and Astronomy, University of Missouri, Columbia, USA), Martin A. Cordiner (Astrochemistry Laboratory, NASA Goddard Space Flight Centre, USA e Department of Physics, Catholic University of America, Washington, DC, USA), Chin-Shin Chang (Joint ALMA Observatory, Santiago, Cile [JAO]), Olivier R. Hainaut (European Southern Observatory, Garching, Germania), Jonathan P. Williams (Institute for Astronomy, University of Hawai‘i, Honolulu, USA [IfA Hawai‘i]), Karen J. Meech (IfA Hawai‘i), Jacqueline V. Keane (IfA Hawai‘i), e Eric Villard (JAO e ESO Cile).
L'ESO (European Southern Observatory, o Osservatorio Australe Europeo) è la principale organizzazione intergovernativa di Astronomia in Europa e di gran lunga l'osservatorio astronomico più produttivo al mondo. È sostenuto da 16 paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, e Svizzera, oltre al paese che ospita l'ESO, il Cile e l'Australia come partner strategico. L'ESO svolge un ambizioso programma che si concentra sulla progettazione, costruzione e gestione di potenti strumenti astronomici da terra che consentano agli astronomi di realizzare importanti scoperte scientifiche. L'ESO ha anche un ruolo di punta nel promuovere e organizzare la cooperazione nella ricerca astronomica. L'ESO gestisce tre siti osservativi unici al mondo in Cile: La Silla, Paranal e Chajnantor. Sul Paranal, l'ESO gestisce il Very Large Telescope, osservatorio astronomico d'avanguardia nella banda visibile e due telescopi per survey. VISTA, il più grande telescopio per survey al mondo, lavora nella banda infrarossa mentre il VST (VLT Survey Telescope) è il più grande telescopio progettato appositamente per produrre survey del cielo in luce visibile. L'ESO è il partner principale di APEX e di ALMA, il più grande progetto astronomico esistente, sulla piana di Chajnantor. E sul Cerro Armazones, vicino al Paranal, l'ESO sta costruendo l'Extremely Large Telescope o ELT (significa Telescopio Estremamente Grande), un telescopio da 39 metri che diventerà "il più grande occhio del mondo rivolto al cielo".
La traduzione dall'inglese dei comunicati stampa dell'ESO è un servizio dalla Rete di Divulgazione Scientifica dell'ESO (ESON: ESO Science Outreach Network) composta da ricercatori e divulgatori scientifici da tutti gli Stati Membri dell'ESO e altri paesi. Il nodo italiano della rete ESON è gestito da Anna Wolter.
ALMA, l'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, un osservatorio astronomico internazionale, è una collaborazione fra l'Europa, la U.S. National Science Foundation (NSF) e gli Istituti Nazionali di Scienze Naturali del Giappone (NINS), in cooperazione con la repubblica del Cile. ALMA è stato fondato dall'ESO per conto dei suoi stati membri, dall'NSF in cooperazione con il National Research Council del Canada (NRC) e il National Science Council di Taiwan (NSC) e dal NINS in cooperazione con l'Accademia Sinica di Taiwan (AS) e l'Istituto di Astronomia e Scienze Spaziali della Corea (KASI). La costruzione e la gestione di ALMA sono condotte dall'ESO per conto dei suoi stati membri, dall'Osservatorio Nazionale di Radio Astronomia (NRAO) gestito dalle Associated Universities, Inc. (AUI) per conto del Nord America e dall'Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone (NAOJ) per conto dell'Asia Orientale. L'osservatorio congiunto di ALMA (JAO: Joint ALMA Observatory) fornisce la guida unitaria e la gestione della costruzione, del commissioning e delle operazioni di ALMA.
Links
- Articolo scientific:
- Fotografie del VLT
- Fotografie di ALMA
- Per i ricercatori: avete una storia da raccontare? Inviateci il vostro articolo scientifico
Contatti
Stefano Bagnulo
Armagh Observatory and Planetarium
Armagh, UK
Tel.: +44 (0)28 3752 3689
E-mail: Stefano.Bagnulo@Armagh.ac.uk
Alberto Cellino
INAF Torino
Turin, Italy
Tel.: +39 011 8101933
E-mail: alberto.cellino@inaf.it
Ludmilla Kolokolova
Department of Astronomy, University of Maryland
College Park, Maryland, USA
Tel.: +1-301-405-1539
E-mail: lkolokol@umd.edu
Bin Yang
European Southern Observatory
Santiago, Chile
E-mail: byang@eso.org
Olivier Hainaut
European Southern Observatory
Garching bei München, Germany
Tel.: +49 89 3200 6752
Cell.: +49 151 2262 0554
E-mail: ohainaut@eso.org
Bárbara Ferreira
European Southern Observatory
Garching bei München, Germany
Tel.: +49 89 3200 6670
Cell.: +49 151 241 664 00
E-mail: press@eso.org
Joerg Gasser (press contact Svizzera)
Rete di divulgazione scientifica dell'ESO
E-mail: eson-switzerland@eso.org
Sul Comunicato Stampa
Comunicato Stampa N": | eso2106it-ch |
Nome: | 2I/Borisov |
Tipo: | Milky Way : Interplanetary Body : Comet |
Facility: | Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, Very Large Telescope |
Instruments: | FORS2 |
Science data: | 2021NatCo..12.1797B 2021NatAs...5..586Y |
Our use of Cookies
We use cookies that are essential for accessing our websites and using our services. We also use cookies to analyse, measure and improve our websites’ performance, to enable content sharing via social media and to display media content hosted on third-party platforms.
ESO Cookies Policy
The European Organisation for Astronomical Research in the Southern Hemisphere (ESO) is the pre-eminent intergovernmental science and technology organisation in astronomy. It carries out an ambitious programme focused on the design, construction and operation of powerful ground-based observing facilities for astronomy.
This Cookies Policy is intended to provide clarity by outlining the cookies used on the ESO public websites, their functions, the options you have for controlling them, and the ways you can contact us for additional details.
What are cookies?
Cookies are small pieces of data stored on your device by websites you visit. They serve various purposes, such as remembering login credentials and preferences and enhance your browsing experience.
Categories of cookies we use
Essential cookies (always active): These cookies are strictly necessary for the proper functioning of our website. Without these cookies, the website cannot operate correctly, and certain services, such as logging in or accessing secure areas, may not be available; because they are essential for the website’s operation, they cannot be disabled.
Functional Cookies: These cookies enhance your browsing experience by enabling additional features and personalization, such as remembering your preferences and settings. While not strictly necessary for the website to function, they improve usability and convenience; these cookies are only placed if you provide your consent.
Analytics cookies: These cookies collect information about how visitors interact with our website, such as which pages are visited most often and how users navigate the site. This data helps us improve website performance, optimize content, and enhance the user experience; these cookies are only placed if you provide your consent. We use the following analytics cookies.
Matomo Cookies:
This website uses Matomo (formerly Piwik), an open source software which enables the statistical analysis of website visits. Matomo uses cookies (text files) which are saved on your computer and which allow us to analyze how you use our website. The website user information generated by the cookies will only be saved on the servers of our IT Department. We use this information to analyze www.eso.org visits and to prepare reports on website activities. These data will not be disclosed to third parties.
On behalf of ESO, Matomo will use this information for the purpose of evaluating your use of the website, compiling reports on website activity and providing other services relating to website activity and internet usage.
Matomo cookies settings:
Additional Third-party cookies on ESO websites: some of our pages display content from external providers, e.g. YouTube.
Such third-party services are outside of ESO control and may, at any time, change their terms of service, use of cookies, etc.
YouTube: Some videos on the ESO website are embedded from ESO’s official YouTube channel. We have enabled YouTube’s privacy-enhanced mode, meaning that no cookies are set unless the user actively clicks on the video to play it. Additionally, in this mode, YouTube does not store any personally identifiable cookie data for embedded video playbacks. For more details, please refer to YouTube’s embedding videos information page.
Cookies can also be classified based on the following elements.
Regarding the domain, there are:
- First-party cookies, set by the website you are currently visiting. They are stored by the same domain that you are browsing and are used to enhance your experience on that site;
- Third-party cookies, set by a domain other than the one you are currently visiting.
As for their duration, cookies can be:
- Browser-session cookies, which are deleted when the user closes the browser;
- Stored cookies, which stay on the user's device for a predetermined period of time.
How to manage cookies
Cookie settings: You can modify your cookie choices for the ESO webpages at any time by clicking on the link Cookie settings at the bottom of any page.
In your browser: If you wish to delete cookies or instruct your browser to delete or block cookies by default, please visit the help pages of your browser:
Please be aware that if you delete or decline cookies, certain functionalities of our website may be not be available and your browsing experience may be affected.
You can set most browsers to prevent any cookies being placed on your device, but you may then have to manually adjust some preferences every time you visit a site/page. And some services and functionalities may not work properly at all (e.g. profile logging-in, shop check out).
Updates to the ESO Cookies Policy
The ESO Cookies Policy may be subject to future updates, which will be made available on this page.
Additional information
For any queries related to cookies, please contact: pdprATesoDOTorg.
As ESO public webpages are managed by our Department of Communication, your questions will be dealt with the support of the said Department.